martedì 7 giugno 2011

IPERIDROSI ASCELLARE

Per iperidrosi si intende la sudorazione eccessiva. Può essere essenziale cioè senza causa o secondaria ad altre patologie. Quando la sudorazione eccessiva colpisce mani, piedi e ascelle, si chiama iperidrosi primaria o focale.
Questa colpisce il 2-3% della popolazione, ma pochi pazienti (meno del 40%) consultano un medico. Nella maggior parte dei casi di iperidrosi primaria, può non essere rilevata alcuna causa. L’unica spiegazione è che sia una condizione ereditaria.
Se la sudorazione si verifica a causa di una malattia, prende il nome di iperidrosi secondaria. La sudorazione può essere su tutto il corpo o circoscritta ad una zona.
Tra le terapie oggi proposte per risolvere o attenuare il problema esiste, soprattutto per l’iperidrosi ascellare, l’uso della tossina botulinica. La FDA statunitense ha dato l’approvazione all’impiego del botulino nella cura dell’iperidrosi ascellare primaria.
Iniettata sotto pelle a livello topico, la tossina botulinica è in grado di ridurre la sudorazione.
 Un intervento efficace per un problema imbarazzante: l’eccessiva produzione di sudore sotto le ascelle è spesso fonte di disagio per chi ne è affetto. I risultati ottenuti, a due settimane dal trattamento, sono stati una riduzione dell’iperidosi ascellare di oltre l’80% (da 192 mg/min a 24 mg/min) nell’ascella.
La dose di Botox per via intradermica è di 50 U.I. per sede (5 ml.) ad ascella fino al doppio a seconda dei casi e dei soggetti. Tale dosaggio andrà somministrato in frazioni di 0,1-0,2 ml in 10-15 sedi diverse, distanziate l’una dall’altra da 1-2 cm. L’iniezione di botulino può essere ripetuta, nel caso di un risultato esiguo, ma non prima che siano trascorse 8 settimane dal trattamento insoddisfacente.
Un ottimo rimedio contro un problema dai molteplici risvolti psicologici e sociali, un’ottima alternativa alla molto più invasiva chirurgia di asportazione delle ghiandole sudoripare e anche economicamente più conveniente in quanto è sufficiente un trattamento annuo nel periodo primaverile/estivo.
Un singolo ciclo di trattamento dura mediamente 6-7 mesi, talvolta anche più. Il rischio è una reazione ipersensibile alla tossina botulinica, particolarmente presente in pazienti con disturbi neuromuscolari.

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